Il convento di Lecceto nasce come romitorio, fondato nel 1473 dal frate domenicano Domenico Guerrucci, e generosamente finanziato dal fiorentino Filippo Strozzi, la cui arme è visibile in più luoghi della chiesa e del convento. L’Eremo si trova in fondo ad un viale di cipressi, lungo una strada molto antica che da Gangalandi conduce alla chiesa di Lamole.
Originariamente limitato ad una parte dell’attuale piano terreno e del primo piano, fu soppresso nel 1810 e ridotto ad abitazione. Nel 1875 fu quindi acquistato dall’arcivescovo di Firenze, Eugenio Cecconi, che lo restaurò e lo ampliò per adibirlo a residenza estiva del Seminario maggiore. Negli anni Settanta il convento ha subito un radicale restauro ed oggi è sede di un centro per esercizi spirituali.
La chiesa di Lecceto costituisce uno dei più puri esempi di architettura tardo quattrocentesca del contado fiorentino; per volere di Filippo Strozzi fu decorata con manufatti lignei e marmorei di Benedetto da Maiano e con una pala d’altare di Domenico Ghirlandaio, opere poi scomparse nel XIX secolo. L’altar maggiore ospita un dipinto, databile intorno al 1480, la cui parte centrale è opera di Neri di Bicci, che intervenne su un dipinto trecentesco.